Filippo Corridoni: ecco la biografia di questo sindacalista e le sue lotte

Sono molti gli uomini che, nel corso della storia, sono stati capaci di portare avanti le proprie idee rivoluzionare e di trascinare con sé una numerosa fetta di persone nelle lotte sindacaliste. Tra questi, però, spicca senza ombra di dubbio la figura di Filippo Corridoni, un uomo capace, durante la sua breve esistenza, di lasciare davvero un segno nel sindacalismo rivoluzionario. La sua vita lo ha portato ad essere sempre un attivista e ad entrare in contatto con molti personaggi influenti che in quegli anni si apprestavano a combattere la “Grande Guerra”. Il più importante fu certamente Mussolini che, alla morte di Filippo Corridoni (avvenuta a soli 28 anni), decise di ribattezzare la sua città natale in Corridonia.

Filippo Corridoni: la biografia

Filippo nacque nelle Marche, esattamente a Pausula, il 19 agosto del 1887. I suoi genitori avevano una fornace per la costruzione di mattoni ed è proprio in questo ambiente che Filippo muove i suoi primi passi. Grazie all’aiuto di un prozio, però, riesce parallelamente al lavoro in fornace, a proseguire i suoi studi, portando avanti sia un’istruzione di tipo classico (leggeva Pisacane e Marx) sia una formazione di tipo tecnico.

Proprio quest’ultima fu di vitale importanza e gli permise, a 18 anni, di trasferirsi a Milano e cominciare a lavorare come disegnatore meccanico. È qui che comincia davvero a interessarsi alla politica e alle lotte sindacali. Si schiera subito con il circolo giovanile socialista rivoluzionario contro il partito riformista e la sua anima rivoluzionaria viene subito a galla. Fonda un periodico antimilitarista dal titolo “Rompete le righe” e, nel 1908, viene condannato a 33 giorni di reclusione per averlo distribuito davanti a una caserma.

Uscito di galera è però costretto a ripiegare a Nizza a causa di un’amnistia. Mantiene comunque i rapporti con i sindacati e segue da lontano il grande sciopero agrario nel Parmense del 1908. Rientrato in Italia, è il fautore della scissione della C. G.d.L. e della nascita dell’U.S.I. (Unione Sindacale Italiana).

La malattia e gli ultimi anni

È in questi anni che Filippo Corridoni si ammala di tisi. La malattia non lascia scampo a nessuno e le condizioni del sindacalista peggiorano di anno in anno. Tuttavia, Corridoni riesce comunque a trovare la forza per portare avanti la sua lotta a favore dei sindacati arrivando a formare, nel 1911, la USM (Unione Sindacale Milanese). Egli ribadisce come lo sciopero e le lotte di classe siano l’unico modo per la classe proletaria di contrastare il potere e far sentire la propria voce. La sua eco passa per Milano e giunge in tutta Italia, dove molti movimenti operai seguono il suo esempio, portando aventi lotte di classe con scioperi e rivoluzioni. Nel 1915 è costretto ad arruolarsi, con la promessa che, una volta finita la guerra, avrebbe fatto di tutto per portare ancora avanti le sue idee. Non ne ebbe però il tempo: morì in trincea quello stesso anno, il 23 ottobre. Con la sua scomparsa, però, la sua figura non si eclissò. Mussolini, tuttavia, la utilizzò per fare propaganda al nascente regime fascista e cambiò il nome di Pausula in Corridonia in suo onore.

 

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