Ci sono personaggi che legano la loro vita alla storia, e che sono destinati a farne parte: è il caso di Agostino Depretis, politico italiano che fu otto volte presidente del Consiglio del Regno d’Italia, dal 1876 al 1887.
Esponente moderato della Sinistra storica e avversario di Francesco Crispi all’interno del partito, Agostino Depretis è passato alla storia come un personaggio storico controverso, proprio per il suo trasformismo che l’ha visto compiere delle scelte spesso contro il suo schieramento politico, in nome di un cinismo politico sintetizzato nel concetto machiavelliano del “fine che giustifica i mezzi”.
Biografia e carriera politica
Agostino Depretis nacque, a Mezzana Corti il 31 gennaio 1813. La sua carriera politica inizia presto: convinto seguace di Giuseppe Mazzini, nel 1848 viene eletto deputato divenendo il maggior esponente della sinistra parlamentare e oppositore della politica di Cavour, soprattutto riguardo l’intervento militare in Crimea.
Ma qui avviene il primo dei suoi molti cambiamenti: Depretis, infatti, rivede le proprie posizioni allineandosi a quelle governative, e grazie a questo passo indietro riceve la nomina di governatore di Brescia nel 1859. Cavour lo vorrebbe anche prodittatore in Sicilia per promuovere l’annessione dell’Italia meridionale al Regno di Sardegna, ma i suoi dissensi con Francesco Crispi lo inducono a rinunciare al mandato.
Dopo il decesso di Cavour, Depretis vive una stagione di grandi incarichi durante il governo Rattazzi: diventa prima ministro dei Lavori Pubblici e poi ministro della Marina e delle Finanze, oltre che essere leader della sinistra italiana.
Quando muore Rattazzi e, nel 1876, cade la Destra storica, Depretis si fa trovare pronto e riesce a formare il primo governo di sinistra del Regno d’Italia, rimanendo arbitro della politica italiana per oltre undici anni.
È nel 1882 che si fanno nuovamente strada, in Agostino Depretis, le sue idee di trasformismo politico: prima si apre alla Destra, per poi tornare sui suoi passi nel 1887 escludendo dal governo i rappresentanti dell’opposizione. In questo modo, vara quel comportamento chiamato “trasformismo”, che tanto avrebbe caratterizzato la politica italiana nei decenni a venire, e tutt’oggi in voga.
Con il nuovo assetto di governo, Depretis attua la perequazione fondiaria, le convenzioni ferroviarie e aderisce alla Triplice Alleanza. Nonostante una gotta fastidiosa e insistente, Agostino Depretis fu presidente del Consiglio fino alla morte, riunendo spesso il governo nel salotto di casa sua, in via Nazionale a Roma.
Trasferito a Stradella per l’aggravarsi della malattia, vi morì il 29 luglio 1887.
Curiosità storiche
- Agostino Depretis fu un massone convinto: subito insignito del grado di Compagno d’arte presso la Loggia “Dante Alighieri” di Torino, presto venne elevato al Grado di Maestro nel 1866. Affiliato in seguito alla Loggia “Universo” di Firenze, raggiunse il 33º Grado del Rito scozzese antico e fece parte del Supremo Consiglio del Rito scozzese. Il giorno dei suoi funerali, lo stendardo dell’Ordine apparve abbrunato a mezz’asta al balcone del palazzo Quirini, e ancora oggi vi è una Loggia intitolata ad Agostino Depretis nella città di Voghera.
- È passato alla storia come Discorso di Stradella il discorso pronunciato il 10 ottobre 1875 da Agostino Depretis di fronte ai suoi elettori del collegio omonimo: fu lo slancio per la “rivoluzione parlamentare” che portò la sinistra italiana al governo, nell’ultimo venticinquennio del XIX secolo.
- Fu il fautore del trasformismo, un progetto che prevedeva il coinvolgimento di tutti i deputati che volessero appoggiare un governo progressista, a prescindere dagli schieramenti politici tradizionali, che Depretis considerava superati.