Citazioni De Andrè: quali sono le più note? Cosa si sa della sua vita?

Ci sono degli autori capaci di lasciare il segno e di influenzare, positivamente, intere generazioni. In più, le osservazioni che condividono con il pubblico – o con gli affetti più cari – restano per sempre nell’immaginario collettivo di qualunque persona suscitando delle emozioni semplicemente indescrivibili. Fabrizio De Andrè è, a tutti gli effetti, uno dei maggiori esponenti di una cultura artistica che pretende di non avere alcun limite. Sebbene sia noto soprattutto per le sue canzoni, la lucidità e la genialità alla base delle sue performance vanno be oltre i classici canoni musicali. In virtù di ciò, occorre fare una panoramica sulle citazioni De Andrè più famose di tutti tempi.

Citazioni De Andrè: le più note

L’eclettismo dell’artista ligure si ravvisa, soprattutto, in alcune canzoni presenti all’interno della sua discografia. Album seminali dove c’è praticamente di tutto, dai sentimenti forti alla denuncia sociale. Pertanto, le citazioni De Andrè sono un vero e proprio patrimonio culturale da custodire gelosamente e consultare qualora si avverta la necessità di trovare la giusta ispirazione. A seguire, un elenco di frasi che identificano al meglio la verve dell’artista:

– “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” (tratta da Via del campo);

– “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione” (tratta da Smisurata preghiera);

– “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame” (tratta da Nella mia ora di libertà);

– “Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio” (tratta da Bocca di rosa);

– “Quei giorni perduti a rincorrere il vento, a chiederci un bacio e volerne altri cento” (tratta da Amore che vieni, amore che vai);

– “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai” (tratta da Verranno a chiederti del nostro amore).

La vita di Fabrizio De Andrè

Sebbene i dettagli della vita di Fabrizio De Andrè siano noti ai più, è necessario effettuare un approfondimento degno di tale nome. Il cantante e poeta nasce a Genova nel 1940 vivendo, in prima persona, l’asfissiante atmosfera della Seconda Guerra Mondiale. La fase successiva della sua giovinezza fu segnata dalla dicotomia tra cattolicesimo e comunismo. In più, subì un tentativo di molestia sessuale all’interno dell’Istituto Arecco, una struttura scelta dai genitori di De Andrè per porre rimedio alle continue sfrenatezze del proprio figlio.

Ciò che, in qualche modo, diede una svolta agli aspetti caratterizzanti della sua esistenza furono le frequentazioni artistiche e musicali con l’ambiente genovese dell’epoca. L’amicizia con Paolo Villaggio fu determinante per spingerlo ad abbandonare l’università in favore di una carriera come musicista e cantautore. In aggiunta a ciò, i contatti frequenti e continui con Gino Paoli e Luigi Tenco amplificarono la sua visione creativa conducendolo a un livello di maturazione artistica senza eguali.

Purtroppo, nel 1998 Fabrizio De Andrè morì a causa delle complicazioni dettate da un cancro ai polmoni. La sua dipartita non spense, però, la potenza dei suoi testi, che dal 1961 in poi hanno contraddistinto i momenti salienti della cultura italiana e internazionale.

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