Aiuto psicologico: come e quando richiederlo

Spesso nella vita ci si trova ad affrontare situazioni o a venire a patti con traumi passati che possono portare a richiedere un aiuto psicologico per essere risolti. In realtà, il confronto con un professionista è generalmente consigliato anche in assenza di problematiche, in quanto permette una migliore e più approfondita conoscenza di sé stessi e, quindi. Nei momenti in cui però si rende necessario un aiuto psicologico, è importante sapere dove trovarlo e, soprattutto, come capire quando è il momento di richiederlo.

Come chiedere un aiuto psicologico

Ci sono diversi modi per chiedere aiuto psicologico. Il Sistema Sanitario Nazionale prevede infatti anche una specifica assistenza psicologica ai cittadini. Questa può essere di conseguenza richiesta presentandosi alla ASL di competenza territoriale e pagando un ticket che generalmente si aggira sui 35 euro totali, ed è comprensivo di diverse sedute. Per accedervi è in ogni caso indispensabile presentare l’impegnativa rilasciata dal proprio medico di base. In alternativa, recarsi presso il consultorio locale. In alternativa ci si può rivolgere al consultorio locale, incaricato di fornire tutte le informazioni utili per ottenere un aiuto psicologico gratuito.

Dal momento che però le tempistiche in questi casi possono rivelarsi piuttosto lunghe, c’è chi preferisce rivolgersi a un aiuto psicologico privato. Questo può essere erogato sia in presenza che online. Negli ultimi anni, infatti, sempre più professionisti del settore hanno aderito a un approccio digitale. Se da una parte viene a mancare il contatto, dall’altra è più semplice mettersi in contatto con psicologi più distanti dalla nostra abitazione (ma, per esempio, specializzati nel settore di interesse del paziente). Ad ogni modo, il costo di uno psicologo può variare e aggirarsi tra i 50 e i 150 euro a seduta.

Quando rivolgersi a uno psicologo?

Ma come fare per capire quando è arrivato il momento di cercare un aiuto psicologico? Quando affrontiamo una malattia fisica non esitiamo a rivolgersi a uno specialista. Purtroppo, però, esiste ancora una certa reticenza nel rivolgersi con la stessa immediatezza (e assenza di pregiudizi) a uno psicologo quando il malessere è di un tipo meno manifesto, ma altrettanto doloroso.

Probabilmente riuscire a superare l’idea che possiamo “cavarcela da soli” è difficile, e spesso ci portiamo dietro gli strascichi di una concezione culturale che additava come debole chi affrontava a viso aperto le proprie debolezze o necessità. Oggi, fortunatamente, siamo ben consapevoli di essere degli esseri umani, e in quanto tali bisognosi di curare tanto il corpo quanto la mente senza alcun tipo di pregiudizio o preconcetto.

Quando ci si rende conto di non essere in grado di trovare una soluzione al malessere interiore, quando l’infelicità o la difficoltà nel portare avanti determinate situazioni ci sovrasta, o semplicemente quando ci rendiamo conto di non aver fatto i conti con il nostro Io più profondo. Queste e tante altre circostanze, uniche, personali e insindacabili, sono da considerarsi alla stregua dei sintomi più “fisici”: campanelli che il nostro corpo fa suonare per indicarci un problema da risolvere. Senza vergogna, senza timore e senza paura, ma solo con fiducia nello psicologo e in se stessi.

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