Digiuno depurativo: ogni quanto farlo? Ha controindicazioni? In cosa consiste?

Quante volte sentiamo parlare del cosiddetto digiuno depurativo o terapeutico? Sono in molti ad avvicinarsi a questa pratica che ci arriva direttamente dall’Oriente e che prevede una sorta di digiuno per riuscire, come ci suggerisce il nome stesso, a depurare il nostro organismo. Ma come funziona di preciso? Ci sono dei momenti particolari per farlo? E ci sono delle controindicazioni? Sono queste alcune delle domande più frequenti che ci poniamo. Cerchiamo di trovare una risposta chiara proseguendo nella lettura di questo articolo.

Digiuno depurativo, cos’è?

Il digiuno depurativo, lo abbiamo anticipato, è una particolare tipologia di pratica che prevede, mediante il digiuno, la depurazione dell’organismo dalle tossine in eccesso. Sono gli esperti orientali che ci hanno tramandato questa tipologia di digiuno sostenendo che la sola idratazione con i liquidi e la conseguente riduzione (fino all’eliminazione) dei cibi solidi sono sufficienti all’uomo per ben 24 giorni. Questo è il periodo di tempo per cui gli uomini possono rimanere senza cibo.

L’importante è idratarsi in continuazione, anche di notte, bevendo acqua, possibilmente distillata e con livelli di PH compresi tra 6.5 e 6.9. Diverse tipologie di digiuno depurativo consentono di assumere, oltre all’acqua, anche altre tipologie di liquidi come il thè verde, qualche centrifugato di verdura ogni tanto e il succo di limone.

Ogni quanto è possibile fare il digiuno depurativo?

L’alimentazione è uno degli aspetti più importanti per la salute di ogni essere umano. Ecco perché è fondamentale che il digiuno depurativo sia fatto in maniera seria e, soprattutto, in base a quelle che sono le proprie necessità alimentari. Esistono, a tal proposito, diversi centri in cui veri e propri esperti del digiuno terapeutico ci aiutano a gestire il momento di digiuno nella maniera più corretta. Tutto questo al fine, naturalmente, di evitare problematiche a livello fisico e di salute.

Il digiuno depurativo si può fare con diverse modalità (abbiamo visto che sta poi ad ognuno scegliere quella che meglio si sposa con le proprie caratteristiche). Eccole:

  • una tantum, ovvero dopo un periodo in cui abbiamo mangiato eccessivamente. In questo caso basta, ad esempio, praticarlo per una sola volta alla settimana.
  • Due volte al mese per tre giorni consecutivi.
  • Una settimana per due volte l’anno.

La regola generale è sempre quella di non esagerare e di farsi consigliare nella scelta dei cibi che possono effettivamente essere eliminati o meno dalla nostra dieta.

Le possibili controindicazioni

Chiarito cos’è il digiuno depurativo e quali sono i tempi in cui può essere fatto (e le relative modalità), uno degli aspetti più spinosi riguarda le controindicazioni che possono derivare da questa particolare pratica alimentare. Ci sono alcune conseguenze che si manifesteranno nella fase iniziale del digiuno. La mancanza di cibo può portare ad episodi di apatia e di irritabilità. Potrebbero comparire in fretta il mal di testa e casi di ipotensione. La disidratazione è un pericolo molto più che reale, ed è proprio per questo che non dobbiamo mai dimenticare di idratarci nella maniera corretta. Ecco perché il digiuno depurativo può effettuarsi solo per poco tempo.

Il digiuno depurativo porta carenze di potassio in chi lo pratica per cui non può essere eseguito da chi ha già in partenza problematiche di tipo cardiaco. Da evitare anche per chi soffre di bruciori di stomaco, ulcere, diabete o per chi è affetto da un qualunque tipo di tumore. Anche la donna che allatta o che aspetta un bambino non può effettuare il digiuno terapeutico. I motivi sembrano abbastanza evidenti dato che in questo particolare momento della vita è indispensabile riuscire a garantire il giusto apporto nutriente alla madre e al feto.

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