Legge Galasso: a quale anno risale? Cosa stabilisce?

Chi ha a cuore i beni paesaggistici ed ambientali del nostro Paese, conoscerà indubbiamente la cosiddetta Legge Galasso. La norma in questione, ovvero la legge 431 del 4 agosto 1985, prende il nome da Giuseppe Galasso (1929-2018), colui che la propose per primo, ovvero uno dei principali esponenti del Meridionalismo contemporaneo. Una norma importante dal momento che è stata la prima dopo la nascita della Repubblica Italiana ad occuparsi di questo tema.

La disposizione precedente, infatti, risaliva addirittura al 1939 (legge 1497 del 2 giugno 1939). Oggi questa legge è parte integrante del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Ma cosa stabilisce esattamente? Scopriamolo insieme proseguendo nella lettura di questo articolo.

Legge Galasso: quali sono i territori interessati?

Si torna a parlare di classe morfologica con la Legge Galasso! Questa norma, infatti, si occupa della classificazione dei beni naturalistici e paesaggistici proprio in base a queste classi. L’associazione ad una classe piuttosto che ad un’altra è legata esclusivamente alle peculiarità di quella determinata zona. Quali sono i territori sottoposti ai vincoli paesaggistici in base alla Legge Galasso? A stabilirlo è l’articolo 1 che vi inserisce:

  • I territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia;
  • I territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia;
  • I fiumi, i torrenti e i corsi d’acqua;
  • Le montagne per la parte eccedente i 1.600 metri slm per le Apli e 1.200 metri slm per gli Appennini e le isole;
  • I ghiacciai;
  • I parchi e le riserve naturali;
  • I boschi e le foreste;
  • Le aree assegnate alle università agrarie;
  • Le zone umide;
  • I vulcani;
  • Le zone di interesse archeologico.

Anno di emanazione della Legge Galasso e vincoli all’edificazione

La Legge Galasso è stata emanata nel 1985. Ha, quindi, ben 36 anni di attività alle spalle in cui è andata a tutelare determinate zone della Penisola italiana. A far nascere i maggiori interrogativi, dando un primo sguardo ai contenuti della Legge Galasso, sono i possibili vincoli edificatori. Tutelare le aree indicate all’interno della norma non significa che non possa starci anche un’attività di edificazione. Questa, però, deve essere prima approvata dal Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali. Gli abusi non sono consentiti e sono del tutto fuori legge. Dovranno, quindi, essere sanati o, in alternativa, porteranno alla demolizione di quanto edificato e al ripristino dell’aspetto originario dei luoghi interessati. I responsabili saranno, inoltre, costretti a pagare una bella sanzione pecuniaria.

L’autorizzazione va richiesta direttamente alla propria Regione che provvederà, quindi, a trasmetterla al Ministro per i Beni Culturali e ambientali. La risposta deve pervenire, in ogni caso, entro il termine perentorio di 60 giorni dalla data di presentazione della domanda.

Le Regioni, in particolare, devono assolutamente redigere piani paesaggistici che tutelino i territori e le relative bellezze. Al loro interno vanno identificate tutte quelle aree dichiarate inedificabili. In queste, dunque, non si potrà costruire.

Puoi leggere anche