Il rito Fornero contro i licenziamenti illegittimi

La materia del lavoro è stata sempre al centro di lotte e discussioni che, nel corso dei decenni, hanno portato i lavoratori ad avete condizioni sempre migliori in grado di tutelare l’occupazione contro azioni, non sempre chiarissime, dei datori. Una delle vittorie più importanti è rappresentata, senza alcun dubbio, dall’art.18, grazie al quale gli interessati vengono tutelati di fronte ad un licenziamento illegittimo. E proprio nella sua scia e in questo ambito particolare si muove il cosi detto Rito Fornero. Prima di vedere nel particolare di cosa si tratta, è doveroso precisare  che questa nuova consuetudine processuale non ha riscontrato grande apprezzamento tra gli esperti del settore. A questo, infatti, viene imputata un’eccessiva complicazione della materia giuridica dedicata al lavoro, nonostante le intenzioni alla base volessero snellire tutta la procedura, arrivando prima ad una sentenza. Detto questo, vediamo, cosa s’intende quando si parla di Rito Fornero.

Rito Fornero, cos’è e quando è nato

Con Rito Fornero, ovviamente, s’intende una nuova procedura processuale dedicata al mondo del lavoro e, nello specifico, all’impugnazione di licenziamenti illegittimi. A volerlo, e a sottoscrivere la sua applicazione è stato il governo Monti che lo inserisce nella legge 92 del 2012, formulata per rendere più agevole i procedimenti civili. Si tratta, dunque, di una legge e di un procedimento, che dipendono direttamente da un periodo di grande crisi e che, nel tentativo di contenere i danni, agiscono in modo netto sul lavoro e sulle norme relative al licenziamento.

Come abbiamo detto il Rito Fornero agisce nelle dispute legate ai licenziamenti immotivati, senza giusta causa e per motivi economici. Aspetti che, fino a quel momento erano stati sanzionati con un indennizzo economico e la reintegrazione sul posto di lavoro. Almeno in teoria. In effetti i tempi processuali sono sempre stati abbastanza lunghi e il lavoratore, pur di non perdurare in una incertezza economica senza fine, nella maggior parte dei casi finiva per accettare accordi poco convenienti. Il Rito Fornero, dunque, ha lo scopo di snellire le fasi probatorie e di abbreviare i tempi per raggiungere una sentenza. Un’intenzione che in  apparenza sembra sostenibile ma che ha mostrato i suoi limiti nell’applicazione pratica.

Rito Fornero, limiti e incongruenze

Le critiche mosse dai giuristi al Rito Fornero sono proprio imputabili alla sua “snellezza“. Sembra, infatti, che in nome di questa tanto decantata velocità si sia ottenuto un risultato troppo nebuloso e complesso. Ma quali sono, nello specifico, le critiche mosse al Rito Fornero dagli avvocati esperti di diritto del lavoro? Le perplessità maggiori si concentrano sul fatto che, con questa nuova regolamentazione processuale, si vada formare una duplicità di vertenze e una fase sommaria che complica notevolmente le tempistiche. In sostanza, il giudizio di primo grado viene diviso in due, quello sommario e quello di opposizione. Il risultato è una decisione ottenuta in breve tempo ma del tutto sommaria. A questo si aggiungono altre difficoltà come quelle che deve affrontare il giudice nel caso in cui il ricorso non sia stato introdotto correttamente. Tutto questo e molto altro, dunque, ha messo in evidenza la necessità di  riforme. Lo scopo è quello di andare a cambiare o abrogare il testo del Rito Fornero per arrivare, in un futuro non troppo lontano, ad un risultato efficiente e preciso.

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