Sono settenari accoppiati: ecco cosa si sa dei Versi Martelliani

I Versi Martelliani sono composti da una coppia di settenari e corrispondono all’alessandrino francese. Andiamo a scoprirne di più su di loro.

Cosa si sa dei Versi Martelliani

I Versi Martelliani, come appena accennato, sono composti da settenari accoppiati e furono introdotti nella poesia italiana da P.I. Martello. Ecco spiegato perché si chiamano così. Essi sono il corrispondente dell’alessandrino francese, un verso narrativo nato dapprima nella poesia medievale e che poi si è evoluto in quella classica francese. In Italia, esso è stato riassunto per l’alta lirica di esponenti come G. Gozzano e G. Carducci e ha dato il via a nuovi effetti stilistici. Ma cosa sono i settenari che compongono i Versi Martelliani? Un settenario è composto da 7 sillabe metriche e l’accento principale è sulla sesta sillaba mentre un altro o due degli accenti si trovano su una delle prime 4 sillabe. Questa struttura è capace di creare una grande armonia. Un esempio di settembrino è “Rettor del cielo, io cheggio” di Petrarca. Il settembrino è uno dei versi più usati, secondo solo all’endecasillabo. Esso viene usato principalmente unito proprio all’endecasillabo, che conta 10 sillabe, e al quinario, che ne conta 5, in varie forme strofiche. In diversi hanno utilizzato i Versi Martelliani, pensiamo per esempio alla “commedia in 5 atti in Versi Martelliani” di Torquato Tasso oppure a “La commedia dell’arte e la maschera. Due epistole in Versi Martelliani” del Sig. Abbate Gio. Battista Vicini al Sig. Abbate Pietro Chiari o, ancora, a “Puerili: contro la minestra” di Giacomo Leopardi, un’opera in Versi Martelliani.

Un focus sui settenari

Abbiamo visto come i Versi Martelliani siano composti da settenari accoppiati. Troviamo tanti esempi, in lingua italiana, relativi all’uso dei settenari. Pensiamo, per esempio, alla poesia “Il cinque maggio” di Alessandro Manzoni o ad alcune delle opere del poeta Giuseppe Ungaretti. I due versi della sua “Martina”, infatti, possono essere letti come un settenario e così vale per quattro versi della poesia “Soldati”. Nella metrica italiana, quindi, il settenario è definito, come abbiamo visto, dalla sua caratteristica di avere l’accento principale sulla sesta sillaba. Nel caso in cui l’ultima parola sia tronca o sdrucciola ecco che il verso ha, rispettivamente, 6 oppure 8 sillabe mentre quando l’ultima parola è piana il verso è composto da 7 sillabe. I Versi Martelliani sono stati ampiamente utilizzati nelle poesie e nelle composizioni in lingua italiana e lo stesso vale per i settenari.

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