Sport e ambiente: come l’attività fisica può aiutare il pianeta?

Nel febbraio del 2023, la promessa dell’atletica britannica Innes Fitzgerald, di soli sedici anni, ha declinato l’invito a percorrere la corsa campestre in Australia. Il motivo? L’aereo inquinava troppo, e rinunciandovi l’atleta voleva fare la sua parte per aiutare l’ambiente, e non è certo l’unica sportiva a farlo. Ma come lo sport può diventare sostenibile?

Come lo sport aiuta l’ambiente

Le attività sportive sono sicuramente un buon anti stress ed alcune anche eco-sostenibili. La corsa, ad esempio, non richiede certo degli eccessivi consumi, e chi si esercita fuori delle palestre, a contatto con l’ambiente, matura di sicuro una coscienza ambientale. Chi mai vorrebbe esercitarsi in mezzo allo smog o nuotare in un mare o un lago inquinato?

Chi vuole condurre una vita eco-sostenibile, poi, può optare per il plogging. Esso è una corsa nella quale si fa raccolta di rifiuti, per un determinato percorso. E’ un’attività nata da pochi anni, ed in Italia, nel 2015, è stato istituito il primo tour Keep Clean and Run, ossia “pulisci e corri”. Alcuni di questi tour risultano anche piuttosto lunghi, da fare in bicicletta, e c’è chi lo fa anche in acqua.

Atleti per l’ambiente

Per avere un’idea su come si può aiutare il pianeta facendo sport, basta guardare le iniziative di alcuni sportivi. E’ già stata citata la Fitzgerald che, come altri atleti under 20, cerca di usare per viaggiare treno ed autobus, piuttosto che gli aerei, quando possibile.

A fare eco a questa iniziativa, ci sono poi atleti come il nuotatore francese Théo Curin, che sostiene che lo sport può diventare un mezzo di informazione per sensibilizzare le persone sulla questione ambientate, tramite varie iniziative. Se qualcuno pensa che i rugbisti debbano fare una dieta con proteine animali, non è dello stesso avviso Mirco Bergamasco, che segue uno stile alimentare vegano, che oltre ad evitare l’uccisione di animali è di sicuro una scelta alimentare più sostenibile (basta pensare a quanta acqua si consuma per gli allevamenti, mentre le agricolture richiedono meno irrigazione).

Tra le atlete italiane va citata la winderfista Alessandra Sensini, impegnata nella difesa del mare con il quale, secondo quanto dichiara, è sempre stata in simbiosi. Sempre lei, in un’intervista al National Geographic, ha imparato il rispetto per il mare e il prossimo dal padre, che le ha insegnato ad andare in barca a vela e a non sprecare risorse preziose. Ad essere preoccupate per il mare e la plastica che lo inquina sono anche le veliste Hannah Mills e Theresa Zabell.

Nel mondo del calcio, tra chi fa la sua parte per l’ambiente c’è il centrocampista del Manchester City Ikay Gundogan, che si è impegnato a piantare cinquemila nuovi alberi in zone colpite da piogge ed alluvioni, mentre il giocatore della Sampdoria Morten Thorsby ha cercato di rendere più eco-friendly la società in cui ha militato, aumentando i pasti vegetariani nelle mense e facendo maggiore uso dei materiali sostenibili, il che includeva anche installare pannelli solari negli stadi.

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