Tra i soggetti che possono ottenere finanziamenti con un po’ più di facilità e a condizioni favorevoli ci sono i dipendenti ministeriali: tra cessione del quinto, delega di pagamento e prestiti ex Inpdap sono diverse le soluzioni che possiamo far rientrare sotto la voce dei prestiti personali per dipendenti dei Ministeri.
Cessione del quinto e altri prestiti personali per dipendenti dei Ministeri
Questa particolare categoria di soggetti non incontra molte difficoltà a farsi concedere un finanziamento con cessione del quinto: si tratta di un prestito non finalizzato (ovvero le somme ottenute possono essere utilizzare come meglio si crede) il cui rimborso avviene tramite trattenuta in busta paga. L’importo massimo della rata non può andare oltre il 20% dello stipendio e la somma erogata dall’istituto di credito dipende da vari fattori, tra cui lo stipendio mensile e la durata del piano di rimborso (che può arrivare fino a 10 anni).
La cessione del quinto può essere richiesta anche da chi è segnalato come cattivo pagatore: la banca erogante è sicura del rimborso perché le rate vengono pagate dal datore di lavoro (che in questo caso è lo Stato, che viene considerato un “cliente” molto affidabile) e perché è prevista la sottoscrizione di due polizze assicurative contro il rischio morte e il rischio di perdita dell’impiego. La delega di pagamento viene chiamato doppio quinto perché in pratica permette di alzare la quota cedibile fino al 50% dello stipendio mensile.
Ovviamente tra i prestiti personali per dipendenti dei Ministeri dobbiamo menzionare i normali finanziamenti erogati da banche e finanziarie: per richiederli bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni, avere un buon passato creditizio e avere un reddito dimostrabile. Così come per la cessione del quinto, per i dipendenti dei Ministeri in alcuni casi c’è la possibilità di beneficiare di condizioni particolarmente vantaggiose grazie alle convenzioni sottoscritte dall’istituto erogante con il dicastero di appartenenza.
Le agevolazioni dei prestiti Inpdap
Rimanendo nell’ambito delle soluzioni agevolate bisogna fare un accenno anche ai cosiddetti prestiti Inpdap, ovvero finanziamenti riservati ai dipendenti pubblici che sono iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Rientrano in questa categoria di finanziamento i piccoli prestiti Inps (con i quali si possono ottenere importi pari a una, due, tre o quattro mensilità dello stipendio da rimborsare rispettivamente in 12, 24, 36 o 48 mesi) e i prestiti pluriennali diretti o garantiti (della durata di 60 o 120 mesi). Per i piccoli prestiti è prevista l’applicazione di un tasso d’interesse del 4,5%, mentre per quelli pluriennali diretti il tasso è del 3,50%; bisogna poi considerare anche uno 0,50% per le spese di amministrazione e un’aliquota per il premio fondo rischi che varia in base all’età del richiedente e alla durata del piano di rimborso.