Microscopia a contrasto di fase, di che cosa si tratta? Nell’ambito della ricerca e delle analisi di tipo scientifico, si utilizzano diversi tipi di strumenti. Tra questi rientrano anche i microscopi. Si tratta di macchinari che, a seconda del tipo di tecnologia che impiegano, possono mostrare diversi aspetti di ciò che viene analizzato. Nel caso di un microscopio a contrasto di fase, però, quali sono gli usi più comuni? Su cosa si basa la microscopia a contrasto di fase? Scopriamolo insieme in questo articolo di approfondimento.
Microscopio a contrasto di fase: cos’è?
Quando parliamo di un microscopio a contrasto di fase, che tipo di strumento stiamo nominando? Innanzitutto, bisogna dire che si tratta di un microscopio che è stato progettato con uno scopo ben preciso. Infatti, la microscopia a contrasto di fase è una tecnica che permette di osservare campioni vivi. Ciò avviene in particolar modo grazie al fatto che il contrasto viene aumentato, tramite un impiego sapiente della luce. Per questo, il microscopio a contrasto si avvale delle qualità rifrattive proprie di tutti gli oggetti, animati o inanimati. Per farlo, è dotato di due sorgenti luminose. La prima è quella che è data da una lampada, che si trova posizionata esattamente al di sotto del campione che si vuole analizzare. La seconda luce, invece, subisce un fenomeno di diffrazione o di riflessione delle onde luminose, nel momento in cui queste cadono sul campione stesso. Ciò significa, in parole povere, che la luce viene riflessa dagli oggetti solidi, anche nel caso in cui questi siano privi di colore. Invece, se l’oggetto è trasparente, le onde luminose vi passano attraverso.
Sai perché il microscopio a contrasto di fase si chiama in questa maniera? Perché è dotato di un condensatore di fase. Si tratta di una lente, che è posizionata sopra al campione, nella quale le onde luminose si riuniscono. È proprio in questo modo, che la microscopia può restituire all’osservatore un’immagine chiara e nitida dei campioni vivi che si stanno analizzando.
Per cosa si usa la microscopia a contrasto di fase?
Come abbiamo visto, l’impiego della microscopia a contrasto di fase permette di analizzare campioni vivi. Esistono altre tipologie di microscopi e di tecniche, alcune delle quali hanno bisogno di campioni che abbiano subìto una fase di colorazione. Lo scopo è quello di evidenziare diversi tipi di componenti cellulari, ma ha la conseguenza di uccidere il campione. Pertanto, chi vuole osservare dei processi cellulari propri dei campioni attivi deve fare affidamento sulle onde luminose.