Difficile a credersi, ma in Italia, ogni anno, ci sono circa 84.000 decessi dovuti all’inquinamento sempre più pesante, sempre più profondo del nostro Paese.
Le principali cause sono le Pm 2.5, particelle sottili che entrano nel nostro organismo tramite le vie respiratorie, insieme al biossido di azoto e l’ozono. Queste pericolose sostanze derivano dai gas di scarico delle auto, dalle industrie e, perfino, dalle caldaie.
Non c’è differenza tra i diversi periodi dell’anno: d’inverno si usano di più le auto per spostarsi ma d’estate, non dimentichiamo, nei bassi strati dell’atmosfera si forma l’ozono, l’ inquinante peggiore per le malattie respiratorie.
In Italia, le zone più colpite sono quelle che si estendono in Pianura Padana, quindi Milano, Monza e Brescia, ed anche Venezia. Questo perchè le caratteristiche geografiche delle suddette aree non consentono un regolare riciclo dell’aria.
Le conseguenze sulla nostra salute non sono, certamente, da sottovalutare. Si potrebbe andare incontro all’insorgenza di asma, bronchite e polmonite, e a patologie dell’apparato cardio-vascolare: le polveri, estremamente sottili attivano la coagulazione del sangue provocando ischemie cardiache, aritmie, trombosi ed ictus.
Gli studi affermano che i bambini, in questa situazione, sono quelli più a rischio perchè l’inquinamento ritarda lo sviluppo polmonare provocando la comparsa precoce dell’asma e un rallentamento dello sviluppo cognitivo.
Nel Bel Paese, per abbassare il livello d’inquinamento, dicono gli esperti, servirebbero un incremento del trasporto pubblico e delle piste ciclabili, ed una revisione delle norme che regolano le emissioni inquinanti, con multe più severe per chi non le rispetta. Staremo a vedere.