Come diventare pilota oggi: tutto quello che devi sapere sulle scuole di volo

Diventare pilota è il sogno di molti, giovani e meno giovani, ma ovviamente non basta la passione di base per farlo. Occorre seguire scuole che alla teoria affianchino la pratica, consentendo agli studenti di affinare abilità e limitare gli errori. Di sicuro, è importante avere almeno una formazione superiore che consenta all’utente di muoversi al meglio all’interno di un mondo complesso ed affascinante come quello dell’aeronautica.

Sia che si desideri diventare pilota di jet privati che di aerei di linea, è fondamentale intraprendere un percorso di studi completo, affidandosi a realtà d’eccellenza nel settore dell’aviazione. Ne costituisce un esempio la scuola di volo Urbe che, forte dei suoi oltre 20 anni di esperienza, è divenuta un punto di riferimento sia in Italia che in Europa, proponendo corsi differenti a seconda del livello di preparazione dei candidati.

La proposta di Urbe

La teoria che porta un pilota a diventare tale può essere affrontata in maniera diversa rispetto alle esigenze. È possibile scegliere ad esempio tra un corso cosiddetto “modulare”, ove la teoria copre un maggior numero di ore e la pratica avviene solo quando tutti i concetti siano ben fissati e uno “integrato”, che condensa le informazioni principali in meno ore (di solito non meno di 700) e ne aggiunge parecchie di pratica. Un vero e proprio allenamento sul campo, partendo ovviamente dai simulatori, per avere la licenza in tempi relativamente ridotti. Due modalità diverse, dunque, ma egualmente valide che dipendono molto dallo studente e dal suo grado di sicurezza, fattore che verrà di certo preso in grande considerazione dai docenti stessi.

Esistono abilitazioni che consentono ai piloti di lavorare in situazioni in cui serve un equipaggio multiplo e altre che permettono di diventare piloti privati con moduli intensivi: per talune, è sufficiente avere 17 anni. Una volta acquisite capacità tali da poter condurre un velivolo, molti piloti possono a loro volta accedere a corsi per istruire nuove leve. Infine, non mancano specializzazioni per affrontare qualunque situazione critica o di emergenza, per affidarsi alle tecniche strumentali più all’avanguardia e persino per proporsi al di fuori dei confini nazionali.

Come utilizzare il simulatore di volo

Come già visto, esistono corsi che consentono di accedere alla pratica quasi in contemporanea con la teoria o comunque alla fine di un percorso più breve. In tal senso, una volta che si hanno basi solide riguardanti la fisica stessa del volo e le nozioni generiche sulla strumentazione di volo, si passa in simulatori che emulano alla perfezione la realtà.

In questa fase, l’aspirante pilota imparerà a mettere a frutto quanto imparato sui singoli strumenti, sulle tempistiche che riguardano la partenza dal rullaggio su pista al decollo e dal viaggio all’atterraggio, affinando anche le modalità standard con cui comunicare con co-piloti, personale di bordo e torre di controllo. Sarà in grado soprattutto di verificare con quanta lucidità riesce ad affrontare situazioni di emergenza, che richiedano decisioni immediate e corrette.

Nel simulatore, il docente potrà verificare che tutti i passaggi della check-list siano rispettati, incluso il controllo del carburante e fino ad arrivare allo studio approfondito della rotta in presenza di eventuali turbolenze che sarebbe meglio evitare. Solo dopo aver rispettato tutti questi passaggi nel simulatore, il pilota sarà pronto per fare la vera pratica su un velivolo reale dove, grazie ai doppi comandi, potrà allenarsi in sicurezza fino al conseguimento del diploma finale.

L’accumulo di ore di pratica è fondamentale per poter aspirare a una carriera. Naturalmente, occorre tenere presente che esistono differenze tra i corsi che abilitano un pilota di linea e uno che lavorerà per aziende private, quindi bisogna sempre informarsi preventivamente al fine di scegliere il modulo che maggiormente aderisce alle proprie aspettative future.

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