Articolo 21 costituzione: cosa prevede? A che anno risale?

Il 21esimo articolo della costituzione italiana si focalizza sulla libertà di pensiero. Nello specifico recita che tutte le persone hanno il diritto di manifestare le proprie idee e il proprio pensiero in modo libero. Questo articolo è diviso in sei comma: il primo, già esplicitato, riguarda la manifestazione libera del proprio pensiero. Dal secondo al sesto riporta la tutela della libertà di stampa. L’ultimo, invece, si sofferma sui limiti alla libertà di manifestazione del pensiero nel nostro Paese.

La genesi dell’articolo 21

L’articolo 21 della Costituzione italiana risale all’epoca della carta dei diritti, come quella americana e inglese dal nome Bill of Rights, ma anche alla vecchia costituzione italiana, quando vigeva lo Statuto albertino. In quel caso, nel comma 1 sull’articolo della libertà stampa, si diceva che la stampa era comunque libera, ma che una legge ne reprimeva gli abusi. Quando fu strutturato questo articolo, era stata avanzata l’idea di rendere libera la stampa per farla diventare uno dei cardini del nuovo stato democratico. Questa proposta trovò consenso sia tra le forze progressiste che tra quelle moderate. Fu introdotta, però, anche una limitazione a questa libertà, ovvero un controllo su quelle manifestazioni che potessero minare il buon costume.

Controversie

In base a quanto dichiarato dell’articolo 21, sulla libertà di manifestazione delle idee e dei pensieri dei cittadini, ci sono state alcune forze politiche che hanno sempre cercato di porre restrizioni alla libertà di espressione. Hanno, infatti, giustificato questa loro idea prendendo come riferimento la presenza di un monopolio della RAI in campo radiotelevisivo. Nonostante ci fu un orientamento verso questa politica da parte della Corte Costituzionale nel 1960, le due successive sentenze del 1974 e del 1976 hanno, di fatto, riconosciuto l’articolo numero 21 della Costituzione italiana. Questo articolo stabiliva, dunque, la libertà di pensiero non solo sulla carta stampata, ma anche su tutti gli altri mezzi. Parliamo di televisione e  radio, considerati mezzi di diffusione dell’informazione. Questo concetto fu ribadito 30 anni dopo dal ministro Paolo Gentiloni che ribadì l’importanza delle due sentenze degli anni 70 che riguardavano non solo la libertà di stampa ma anche quella nella politica italiana.

Nel corso degli anni 2000, poi, questo articolo fu esteso anche ai giornali on-line, non fornendo, però, una chiara distinzione tra testata giornalistica e un semplice sito web. Questa questione, per quanto complicata, toccò anche l’articolo numero 21 della Costituzione italiana.

La Svizzera anglofona: l’articolo 21

Per quanto riguarda, invece, la Legge della Svizzera anglofona, l’articolo 21 non riguarda la libertà di pensiero e di espressione, ma la libertà dell’arte. Quindi la legge svizzera è molto più tollerante per quanto riguarda i diritti d’autore rispetto a quella italiana. Ad esempio non ci sono restrizioni sul download di file musicali da un sito internet che non riguardano scopi commerciali. Ecco perchè in Svizzera, questo articolo numero 21, non riguarda la possibilità per il cittadino di esprimersi liberamente tanto sulla carta stampata che sui di mezzi di comunicazione online, ma di possedere la libertà di espressione artistica.

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