Inclusione e integrazione: significati dei termini e utilizzi

Ci sono delle parole su cui fare chiarezza perché hanno significati similari e importanti, ma che vengono poi confusi.

I temi in cui i termini “inclusione” e “integrazione” spesso sono delicatissimi ed è per questo che alle volte si va anche a confonderli o a non utilizzarli in modo corretto.

Pensate che poi i due termini sono abbastanza “giovani” nella lingua italiana, ma che devono essere chiariti in modo totale.

Il termine integrazione nasce nel 1980 in seguito alle prime leggi scolastiche per l’inserimento, negli istituti, e per la comprensione dei bisogni delle persone disabili.

Invece il termine “inclusione” è un termine più ampio che va a riassumere un comportamento sociale e morale che è necessario per inserire, in modo totale e adeguato, proponendo delle pari opportunità. Spesso confusa con accoglienza, ma che in realtà è molto più “intenso” come significato.

Cos’è l’integrazione?

Oggi è un tema molto caro e, allo stesso tempo, anche molto delicato quello dell’integrazione.

Cosa significa questo termine? L’integrazione ha una radice fissa che indica integrare qualcuno nel proprio gruppo. Si usa anche nelle classi quando arriva un nuovo studente ad anno scolastico iniziato, quando si sono già formati dei gruppi e amicizie.

Indubbiamente è un termine rapportate anche ad un significato più esteso, vale a dire quello di integrare nella società individui che sono diversi di etnia e cultura, ma non solo. Anche gli individui che hanno scontato la galera, ad esempio, hanno bisogno di essere nuovamente integrati nella vita sociale.

Ad oggi, il termine integrazione, si usa per determinare l’azione morale e sociale per soggetti e individui che hanno culture e stati sociali diversi.

Cos’è l’inclusione?

Valutando quale sia l’importanza di accogliere, si deve dare la giusta importanza anche all’includere. Infatti è molto facile accogliere, dare il benvenuto, ma è più difficile poi garantire le stesse parità e opportunità, sia lavorative che comunicative.

La prima forma di inclusione nasce intorno al 1930, nel settore industriale e con protagonista le donne. Infatti è in questo periodo che le donne iniziarono a richiedere pari opportunità ne lavoro e poi nel 1946 venne finalmente dato anche il voto alle donne. Un periodo in cui il termine “inclusione” aveva un’importanza rilevante per far progredire la società.

Per usare una delle frasi più belle che riguardano l’inclusione, spesso mostrata nei primi cartelli di protesta delle suffragette è: siamo tutti individui uguali!

In realtà il senso è anche profondo, nel senso che tutti dobbiamo essere messi in eguali condizioni per avere un criterio di “uguaglianza”.

Come potere usare i due termini in modo esatto

Adesso che il significato di integrazione e inclusione sono più chiari, diventa anche molto più facile utilizzarli, in modo corretto, nelle frasi del quotidiano.

Facciamo due esempi:

  • Isolando i bambini arrivati per ultimi in classe, non si ha una buona integrazione con il resto degli alunni
  • L’inclusione di Sara nel progetto non mi è piaciuta, non la trovo all’altezza

Ecco due frasi perfetti per capire il loro significato profondo.

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